Parlare di comunicazione in un contesto di “crescita” implica un’altra angolazione della normale visione che lascia intendere come comunicazione il solo parlare con un altro.

Parlare di COMUNICAZIONE RELAZIONALE poi, sposta il focus da comunicare per rispondere a COMUNICARE PER ASCOLTARE e COMPRENDERE.

Partendo dalle sue “regole” possiamo già capire che si tratta di un processo. 

Come tale ha una sistematicità, un funzionamento, possibilità di interruzioni.

Immaginando che comunicare “possa” significare CONDIVIDERE salterebbe all’occhio in modo evidente che ogni nostro rapporto, relazione, dinamica non può prescindere da questo processo, e guardando questo, ci si deve necessariamente accorgere che COMUNICARE vuol dire “trasmettersi al di fuori”, per poter entrare in relazione con un altro mondo diverso da sé stessi.

COMUNICARE in modo relazionale è dunque, un meccanismo che va ben oltre il solo “parlare” ma coinvolge ogni nostro sistema e il nostro modo di essere (COMPORTAMENTO) oltre che l nostro modo di fare.

Solo così può cominciare a chiarirsi il rapporto con “gli altri” di cui la comunicazione è MEZZO ed ARTEFICE.

Vediamo il suo funzionamento. Partiamo da una CERTEZZA.

Ogni atto comunicativo è letto dall’esterno come “strumento” per indurre al raggiungimento di un risultato.

In altre parole, dietro ad ogni atto comunicativo c’è un BISOGNO di chi sta comunicando e dunque il desiderio di soddisfarlo.

Quindi, Il BISOGNO è di chi EMETTE e non di chi riceve. Credere che si sta emettendo per soddisfare un altro è una presunzione (presumere=credere prima di avere verificato).

Quindi, prima di emettere, dovrebbe esserci stata una RICHIESTA o DOMANDA.

Se non c’è stata domanda non ci può essere risposta

Dove è la richiesta?

Se dietro ad ogni atto comunicativo c’è un bisogno, questa è la RICHIESTA, ovvero, I BISOGNI sono la richiesta.

Dietro ad ogni richiesta/domanda, c’è sempre UNA MANCANZA o UN ESUBERO.  

OGNI MANCANZA (di pieno o di vuoto) NECESSITA DI ESSERE SODDISFATTA.

UNA MANCANZA o UN ESUBERO NON SODDISFATTI, sono FONTE DI SQUILIBRIO E DUNQUE DI MALESSERE.

PERCHE’ COMUNICHIAMO?

Si comunica per 

  • CONDIVIDERE (PARTECIPARE) SODDISFARE I PROPRI BISOGNI
  • REALIZZARE IL BENESSERE.

Attraverso la manifestazione del DESIDERIO si cerca il raggiungimento del benessere REALE.

IL DESIDERIO è il luogo dove si trova la risposta al bisogno (corrispondenza.

La COMUNICAZIONE presuppone la capacità di ASCOLTO che vuol dire = azione conseguente a ciò che si è capito.

L’ascolto ci porta immediatamente nel PRESENTE, presenti a noi stessi e presenti nelle situazioni che stiamo vivendo.

L’ASCOLTO  

Tra le scoperte principali si colloca quella relativa al PROCESSO dell’ASCOLTO. Rimandiamo ad altra sede la sua spiegazione.

Esso fa uscire la DOMANDA. Dalle “domande” riconosco la carenza/esubero, la “parte/soggetto” che la sta vivendo.

Se si ascolta bene si ha anche la RISPOSTA (feedback). 

Dalla risposta si comprende se il BISOGNO era reale.

Ma ciò che più affascina delle scoperte fatte, è aver visto il funzionamento dell’apprendimento e l’ordine con cui una qualsiasi informazione/input, viene elaborato dall’essere umano al di là delle sue personali ed univoche abilità comunicative.

Qui stiamo parlando di PROCESSORI, di come le informazioni vengono processate come se esistesse dentro ogni essere umano un sistema tecnologico sofisticatissimo.

E questo ci ha portati ad identificare i CODICI COMUNI che se non ben adoperati, provocano la frammentazione del comportamento e dunque delle relazioni.

Per saperne di più CONTATTACI.

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